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Lo smart working come accomodamento ragionevole per i lavoratori con disabilità: l’orientamento della Corte di Cassazione del 10 gennaio 2025

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 605 del 10 gennaio 2025 segna un passo decisivo nella tutela dei lavoratori con disabilità: lo smart working, quando idoneo e privo di oneri sproporzionati per l’azienda, può costituire un “accomodamento ragionevole” ai sensi della normativa antidiscriminatoria. Il rifiuto del datore di lavoro di valutare tale soluzione – ad esempio in caso di trasferimento problematico – può configurare una discriminazione illegittima e rendere nullo il conseguente licenziamento. La sentenza riafferma così il dovere del datore di adottare misure attive per preservare il posto di lavoro del disabile, in coerenza con la Direttiva UE 2000/78/CE e con i principi di buona fede, correttezza e solidarietà sociale.

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Cassazione ribalta il rifiuto dell’indennità di accompagnamento: la “supervisione continua” equivale all’“aiuto permanente”

La Corte di Cassazione ha stabilito che la “supervisione continua” nella deambulazione soddisfa il requisito legale per l’indennità di accompagnamento previsto dall’art. 1 della legge n. 18/1980, poiché implica l’impossibilità di camminare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore. La sentenza ribadisce che tale condizione, se continua e non episodica, integra pienamente la fattispecie normativa, a prescindere dalla valutazione della residua autonomia funzionale secondo la scala di Barthel.

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Bonus Mamme 2025: fino a 480 euro per le lavoratrici con almeno due figli – ecco chi può richiederlo e come fare

Il Bonus Mamme 2025 è un contributo economico introdotto dal decreto-legge n. 95/2025 e disciplinato dall’INPS con la circolare n. 139 del 28 ottobre 2025. Si tratta di un sostegno mensile di 40 euro (fino a 480 euro annui), esentasse e non rilevante ai fini ISEE, destinato alle lavoratrici con almeno due figli e un reddito annuo da lavoro non superiore a 40.000 euro.

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Quando il potere disciplinare diventa persecuzione: il confine tra legittima gestione aziendale e mobbing organizzativo

Il ricorso riguarda un caso di abuso del potere disciplinare e mobbing organizzativo ai danni di un lavoratore con oltre 30 anni di anzianità, inquadrato come Capo Reparto di 2° livello nel settore della grande distribuzione. A partire dal 2022, in seguito all’arrivo di un nuovo direttore, il lavoratore — riconosciuto come caregiver ai sensi della legge 104/1992 — è stato sottoposto a una serie reiterata di contestazioni disciplinari infondate o sproporzionate, spesso relative a irregolarità minime (es. prodotti scaduti di 1-2 giorni, esposizione di mozzarelle a temperatura ambiente, errori di etichettatura), tollerate fino a quel momento e mai sanzionate per altri colleghi. Nonostante il riconoscimento dello status di caregiver, l’azienda ha effettuato un trasferimento d’ufficio illegittimo (febbraio 2024), in violazione dell’art. 33, comma 3, della legge 104/1992, e ha proseguito con una condotta vessatoria sistematica, aggravata da controlli mirati anche durante i permessi ex legge 104 e da provvedimenti disciplinari notificati in modo da impedire una difesa efficace.

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Legge 106/2025 e riforma dei caregiver: un passo avanti, ma ancora troppo poco per chi cura

La Legge 106/2025, in vigore dal 1° gennaio 2026, segna una svolta storica: per la prima volta, anche lavoratori autonomi e professionisti potranno beneficiare di un congedo per malattia fino a 300 giorni all’anno, con mantenimento della posizione previdenziale attiva. Si tratta di un riconoscimento fondamentale per una categoria finora esclusa da ogni forma di tutela in caso di patologie gravi, come quelle oncologiche o invalidanti. Tuttavia, il diritto è limitato a chi svolge attività in via continuativa per un unico committente, lasciando fuori molti liberi professionisti con clientela frammentata. Per i dipendenti, la legge introduce 10 ore aggiuntive annue di permessi retribuiti – oltre ai canonici 3 giorni mensili della Legge 104 – e un congedo fino a 24 mesi con garanzia del posto di lavoro, ma senza retribuzione né contribuzione. Una tutela “a metà”, che salva l’occupazione ma non il reddito. Viene inoltre riconosciuta una priorità allo smart working per chi fruisce del congedo, sebbene questa misura rischi di scontrarsi con le rigidità organizzative aziendali. Parallelamente, la Legge di Bilancio 2026 istituisce un Fondo caregiver con una dotazione di soli 1,15 milioni di euro per il 2026, salvo salire a 207 milioni annui dal 2027. Le associazioni (Fish, Genitori Tosti, Confad) denunciano con forza lo stanziamento iniziale come “irrisorio” e “una presa in giro”, ricordando che nel 2024 il precedente fondo da 30 milioni era stato soppresso. I caregiver familiari – stimati in quasi 8 milioni, perlopiù donne over 40 – assistono 24/7 familiari non autosufficienti, spesso rinunciando al lavoro e vivendo in condizioni di grave stress e rischio di impoverimento. Nonostante un Tavolo tecnico governativo abbia lavorato per un anno e mezzo su una legge quadro nazionale, manca ancora l’approvazione formale del disegno di legge in Consiglio dei Ministri. Senza una cornice normativa uniforme, gli interventi restano disomogenei tra le Regioni, e il riconoscimento del caregiver rimane sulla carta. In sintesi: la Legge 106 è un progresso concreto, ma la riforma dei caregiver rischia di fallire se non accompagnata da risorse adeguate, indennità economica e tutele previdenziali strutturali. Il welfare non può continuare a poggiare sulle spalle di chi cura in silenzio.

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Intelligenza Artificiale e Diritto d’Autore: tra Innovazione, Tutela e Incertezze Giuridiche

L’avvento dell’intelligenza artificiale generativa e recenti pronunce della Corte di Cassazione – tra cui il caso Battisti e la sentenza sui Castiglioni – stanno ridefinendo i confini del diritto d’autore in Italia. Da un lato, la Suprema Corte ribadisce con forza che la proprietà del master fonografico non assorbe i diritti patrimoniali sull’opera musicale, tutelati dalla Legge 633/1941 e pienamente disponibili dai titolari; dall’altro, nel caso di una lampada parte di un allestimento storico, la Cassazione conferma che la tutela autoriale richiede prova del valore artistico autonomo, non desumibile dal contesto espositivo. Parallelamente, la giurisprudenza europea – in particolare la sentenza Cofemel – spinge verso un’interpretazione del concetto di originalità basata esclusivamente sulla libera e creativa espressione dell’autore, senza il requisito aggiuntivo del “valore artistico”, ancora presente nella normativa italiana. In questo crocevia tra tradizione giuridica e innovazione tecnologica, emerge con urgenza la necessità di riformare il quadro normativo per bilanciare tutela degli autori, libertà di espressione e sviluppo dell’IA.

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Accompagnamento e assistenza: la Corte di Cassazione ridefinisce il concetto di “invalidità” includendo il rischio di caduta

La Corte di Cassazione ha ridefinito in modo innovativo il concetto di “impossibilità di deambulare” ai fini del riconoscimento dell’indennità di accompagnamento, prevista dalla legge 11 febbraio 1980, n. 18. Con sentenze recenti – tra cui la n. 25033 del 2023 – la Suprema Corte ha affermato che il rischio concreto e grave di caduta, anche in presenza di una capacità residua di camminare, deve essere considerato equivalente all’immobilità. Questo orientamento segna una svolta giurisprudenziale significativa, spostando l’attenzione dalla mera capacità motoria alla sicurezza funzionale del soggetto. L’articolo analizza le implicazioni legali, mediche e sociali di questa evoluzione, offrendo indicazioni utili a cittadini, professionisti sanitari e operatori del diritto per richiedere e valutare correttamente il diritto all’accompagnamento in casi di instabilità posturale grave.

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Colf e badanti: stipendi in crescita dal 2026 – cosa cambia per famiglie e datori di lavoro con il nuovo CCNL

profile Qwen3-Max Ecco un estratto sintetico dell’articolo basato sul contenuto fornito: Colf e badanti: stipendi in aumento dal 2026 con il nuovo CCNL Il 29 ottobre 2025 è stato firmato il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il lavoro domestico, in vigore dal 1° novembre 2025 ma con effetti economici a partire dal 1° gennaio 2026. L’accordo, sottoscritto da Domina e Fidaldo (datori di lavoro) e dai sindacati Filcams CGIL, Fisascat CISL, UILTuCS e Federcolf, interessa oltre 871.000 assistenti familiari. Il nuovo CCNL prevede un aumento strutturale di 100 euro lordi mensili sul livello medio BS, suddiviso in tre anni: 40 € dal 1° gennaio 2026 30 € dal 1° gennaio 2027 15 € dal 1° gennaio 2028 15 € da settembre 2028 A questo si aggiungono 135,75 € lordi per il recupero del costo della vita 2021–2025 e una rivalutazione annuale dei minimi al 90% dell’inflazione ISTAT. Viene introdotto anche un bonus formazione di 30 € (in precedenza 11 €) per chi possiede la certificazione UNI 11766:2019 rilasciata da Ebincolf. Sul fronte delle tutele, è previsto un congedo di maternità facoltativo di 4 mesi non retribuito e permessi aggiuntivi non retribuiti per l’assistenza a familiari con disabilità, in assenza di applicazione della Legge 104 al settore domestico. L’impatto sui costi per le famiglie è stato mitigato con una gradualità triennale, per garantire sostenibilità economica senza compromettere il riconoscimento della dignità del lavoro domestico.

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Alzheimer in RSA: la retta è tutta a carico del Servizio Sanitario Nazionale – Stop alle richieste di pagamento alle famiglie!

Per i pazienti affetti da Alzheimer in fase avanzata, la retta della Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) è interamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Lo ha ribadito con forza il Tribunale di Pordenone con la sentenza n. 503 del 25 settembre 2025, seguendo il costante orientamento della Corte di Cassazione (in particolare le sentenze n. 34590/2023 e n. 4558/2012). La giurisprudenza riconosce che, in presenza di patologie neurodegenerative gravi, sussiste un’“inscindibilità” tra assistenza e cura medica: attività come aiutare a mangiare, lavarsi o muoversi non sono servizi “alberghieri”, ma prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria, rientranti nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Di conseguenza, qualsiasi richiesta di pagamento rivolta ai familiari è illegittima, i contratti che impongono quote a carico dei parenti sono nulli, e l’azione di rivalsa da parte dei Comuni è inammissibile. L’onere economico ricade integralmente sul SSN, in applicazione della legge n. 833 del 1978 e nel rispetto dei diritti costituzionali e internazionali alla salute e alla non discriminazione.

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Indennità di accompagnamento: la Cassazione cambia le regole – Basta “supervisione continua” per averla!

L’indennità di accompagnamento è un beneficio economico riconosciuto a prescindere da età e reddito, spettante a chi presenta una minorazione totale (100%) e non è in grado di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore. Dal 1° gennaio 2025, l’importo mensile è di 542,02 euro (6.504,24 euro annui), come stabilito dalla circolare INPS n. 23/2025. Con la sentenza n. 28212 del 24 ottobre 2025, la Corte di Cassazione ha chiarito un principio fondamentale: “supervisione continua” equivale a “impossibilità di deambulare autonomamente”. Basta, quindi, che il soggetto necessiti costantemente di assistenza per evitare cadute o per muoversi in sicurezza, anche se non è completamente immobile. Per accedere al beneficio, il certificato medico introduttivo deve contenere formulazioni esplicite, come: “persona impossibilitata a deambulare”; “persona che necessita di assistenza continua, non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita”. La domanda va presentata esclusivamente online, tramite il sito INPS o con il supporto di patronati e associazioni. La valutazione finale spetta alla Commissione Medica Legale dell’ASL.

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Sistema previdenziale e sanitario in crisi: serve un intervento strutturale, non solo emergenziale

Il sistema previdenziale e sanitario italiano è sotto pressione crescente a causa dell’invecchiamento demografico, del calo delle nascite e dei vincoli di finanza pubblica. In questo scenario, si riaffaccia l’ipotesi di un prelievo straordinario e progressivo sui patrimoni oltre una certa soglia, non come patrimoniale generalizzata, ma come misura temporanea per ricapitalizzare il welfare. La proposta solleva interrogativi giuridici e sociali, ma è potenzialmente compatibile con i principi costituzionali di capacità contributiva e tutela dei diritti fondamentali, purché rispetti proporzionalità e non discriminazione. Tuttavia, come ribadito dalla Corte Costituzionale e dalla Cassazione, nessun intervento emergenziale può sostituire una riforma strutturale fondata su equità intergenerazionale, efficienza e sostenibilità.

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Permessi Legge 104, dal 2026 arriva la stretta: obbligatoria la verifica dei requisiti

Dal 2026, i permessi retribuiti previsti dall’articolo 33 della Legge 104/1992 saranno soggetti a una verifica periodica dei requisiti sanitari da parte dell’INPS. La misura mira a garantire che il beneficio sia riservato solo a chi effettivamente versa in condizioni di disabilità grave, in linea con la giurisprudenza della Cassazione, che ha più volte ribadito la necessità dell’attualità dello stato di gravità al momento dell’utilizzo del permesso (Cass. n. 17350/2021 e n. 8967/2019). La riforma non intende limitare i diritti legittimi, ma contrastare abusi e assicurare la sostenibilità del sistema.

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