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Licenziamento Ritorsivo

La sentenza impugnata ha confermato la decisione di primo grado, quanto al difetto di' proporzionalità della sanzione espulsiva; ha affermato che " il licenziamento non è giustificato anche nel caso di carenza di proporzionalità e, quindi, non sussiste la giusta causa che lo determina. Non è quindi corretto l'assunto della difesa della reclamata secondo cui la mera sussistenza del fatto addebitato consente di escludere che vi sia un unico ed esclusivo motivo determinante il licenziamento costituito dall' intento ritorsivo. Diversamente basterebbe verificare la sussistenza di qualsiasi fatto, seppure di minimo rilievo disciplinare, per consentire al datore di licenziare il dipendente senza che l' intento di. rappresaglia rilevi" (pag. 17, ultimi due cpv.). Alla luce di tutte le considerazioni svolte, ha concluso che "l'unico motivo determinante il licenziamento è costituito dall' intento ritorsivo della società.

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INPS indennità di disoccupazione (NASpI) aspetta anche alle Colf e Badanti chi si dimettono.

Le lavoratrici non possono essere licenziate dall’inizio del periodo di gravidanza fino al termine dei periodi di interdizione dal lavoro previsti dal Capo III, nonché fino al compimento di un anno di età del bambino”. In caso di dimissioni volontarie presentate durante il periodo per cui è previsto, a norma dell`art. 54, il divieto di licenziamento, la lavoratrice ha diritto alle indennità previste da disposizioni di legge e contrattuali per il caso di licenziamento. La lavoratrice e il lavoratore che si dimettono nel predetto periodo non sono tenuti al preavviso”. n. 151/2001, riguardante la ricorrente, statuisce, per quel che rileva ai fini della presente causa: “1. 55 afferma espressamente il diritto della lavoratrice madre che abbia rassegnato le dimissioni volontarie a motivo della nascita o gravidanza alle: “indennità previste da disposizioni di legge […]

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Le modifiche alla disciplina penalistica in tema di caporalato e la nomina dello amministratore giudiziario

L'amministratore dispone anche di poteri attivi, in quanto: a) procede alla regolarizzazione dei lavoratori che, al momento dell'avvio del procedimento per i reati previsti dall'art. 603 bis, prestavano la propria attività in assenza di un regolare contratto e, b) al fine di impedire che le violazioni si ripetano, adotta adeguate misure anche in difformità da quelle proposte dall'imprenditore o dal gestore. E qui si innesta un profilo critico di non poco momento, in quanto rivela come l'intervento diretto a salvaguardare l'autonomia imprenditoriale finisca inevitabilmente per collidere con le esigenze di rispetto delle regole nell'organizzazione di un fattore produttivo decisivo nello svolgimento dell'attività.

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Mutui: Anche agli interessi di mora si applica la disciplina anti-usura.

Il Collegio riconosce che entrambe le tesi riconducono a "una tutela del soggetto finanziato, sia pure attraverso percorsi argomentativi diversi" e che il tenore letterale nonché i diversi argomenti sono da considerarsi pressoché di pari valenza quanto a persuasività e (non) definitività. Tuttavia, si afferma, per garantire una più ampia tutela al debitore, il concetto di interesse usurario e la relativa disciplina repressiva non possono dirsi estranei all'interesse moratorio. Infatti, si legge in sentenza, non può condividersi l'assunto dei fautori della tesi restrittiva, secondo cui in caso di pattuizione di interessi usurari, la tutela da garantire al debitore è quella ex art. 1384 c.c., ossia la riduzione della penale ad equità, poiché l'applicazione di tale rimedio genererebbe difformità a livello nazionale e porterebbe al mero abbattimento dell'interesse pattuito al tasso soglia, pur integrato con quello rilevato quanto agli interessi moratori, e non al minor tasso degli interessi corrispettivi.

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Il termine di ricorso avverso i verbali di invalidità

Molto spesso, però, siamo chiamati a fornire, alle tante persone che ci contattano per richiedere pareri e consulenze, indicazioni più squisitamente pratiche su vicende relative a pensioni e prestazioni di invalidità civile. Più di una volta, ad esempio, ci sono stati posti quesiti riguardanti i verbali emessi dalle Commissioni mediche INPS all’esito delle visite finalizzate all’accertamento dello stato invalidante, in particolar modo con riferimento al termine di ricorso avverso i verbali di invalidità.

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Il Tribunale civile di Cassino Sez. Lavoro dichiara ammissibile l’impugnazione se riguardante la componente “contributiva” accertata dall’Ispettorato del Lavoro nel Verbale Unico amministrativo.

In particolare, si precisava che: L’atto di accertamento amministrativo relativo a contributi o premi non versati, è un provvedimento amministrativo a tutti gli effetti, che pertanto deve essere motivato in modo adeguato a consentire al destinatario dell’atto di ricostruire esattamente l’iter logico seguito dall’ente previdenziale al fine di garantirgli l’esercizio del proprio diritto di difesa, anche nella eventuale fase di immediata impugnazione dell’atto di cui all’art. 24, comma 3, d.lgs. n. 46 del 1999, essendo irrilevante – ai suddetti fini – che si tratti di una impugnativa facoltativa .

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Mutui – Usura interessi di mora – Tribunale di Bari, 14 settembre 2023 (6030/2023 del 15/09/2023)

Il giudice dispone ctu sui seguenti quesiti “…riepiloghi, sulla base degli atti di causa contenenti fatti tempestivamente allegati, in apposita tabella, a quanto ammonta l’importo erogato in linea capitale, la misura dell’interesse corrispettivo e di quello moratorio pattuiti e/o concretamente applicati (ove divergano)…” “…indichi la misura del tasso soglia relativamente agli interessi corrispettivi determinandolo ai sensi dell’art. 2 l. 108/96 e DM del trimestre di conclusione del contratto. Indichi il TEG contrattuale mediante le modalità di computo stabilite dalle “Istruzioni della Banca d’Italia per la rilevazione del tasso effettivo globale ai sensi della legge sull’usura” emanate nel luglio 2016…” “…indichi, quanto agli interessi di mora, il tasso soglia risultante a seguito della maggiorazione media degli interessi contenuto nei decreti ministeriali (cfr. d.m. 25.3.2003 e seguenti)…” “…in caso di superamento del tasso soglia accerti il CTU qual è il saldo dei rapporti dare e avere fra le parti formulando il seguente conteggio:a) in caso di usurarietà dell’interesse corrispettivo, escluda qualsivoglia interesse; b) in caso di usurarietà del tasso di mora, applichi il saggio convenzionale degli interessi corrispettivi (qualora non risulti a sua volta usurario) con applicazione, invece dell’interesse moratorio convenzionalmente determinato, del saggio previsto per gli interessi corrispettivi…” Infine “…nel caso di finanziamento/mutuo con ammortamento c.d. alla francese verifichi se lo sviluppo del predetto ammortamento sia avvenuto con applicazione del regime composto ovvero con applicazione del regime semplice…”

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Esecuzione per espropriazione immobiliare, opposizione distributiva, poteri del giudice, effetti sulla chiusura dell’esecuzione

Il debito non venne restituito e la Unicredit iniziò l'esecuzione forzata pignorando sia i beni della debitrice (Omissis), sia i beni della terza datrice d'ipoteca (Omissis). Nelle more dell'esecuzione, la Unicredit cedette pro soluto il credito alla Nemo SPV s.r.l. (d'ora innanzi, "la Nemo"), che in veste di cessionaria intervenne nella procedura esecutiva.

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l’indennità per ferie non godute va pagata anche in caso di dimissioni

I giudici di legittimità hanno chiarito che il divieto categorico di erogare compensi finanziari sostitutivi ha come obiettivo principale indennitàcontrastare possibili abusi, senza arrecare danno al dipendente non responsabile della situazione. In tal senso hanno, pertanto, sottolineato che non è possibile automaticamente associare alle dimissioni volontarie del lavoratore un valore di rinuncia all’indennità sostitutiva delle ferie. Difatti, le dimissioni, considerate come un atto volontario, sono equiparate dalla normativa (art. 5, co. 8, DL 6 luglio 2012 n. 95) alle altre modalità risolutorie del rapporto di lavoro, senza implicare una rinuncia automatica all’indennità sostitutiva delle ferie.

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L’infortunio sul lavoro e il c.d. “danno differenziale”

Il principio per cui il danno debba essere integralmente ripartito, costituisce un vero e proprio dogma (Cass. 6 maggio 2020, n. 8508; Cass. 29 ottobre 2019, n.27590), tale per cui il lavoratore, quale vittima dell’infortunio ha diritto di ricevere né più né meno di quanto necessario a reintegrare la sua situazione rispetto a quella che si sarebbe avuta ove l’infortunio non si fosse verificato (Cass. sez. un, 22 maggio 2018, n. 12564-12567).

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Indennità di accompagnamento – Requisito sanitario – Riconoscimento – Assegno mensile di invalidità

Il Tribunale di Caltanissetta, con sentenza n.236/2018, ha dichiarato in dispositivo G.N. invalida nella misura dell'84 per cento a decorrere dal 15.12.2015 ed ha condannato l'Inps a corrisponderle i ratei di indennità di accompagnamento dalla stessa data, pur dando atto nel corpo della motivazione che la ricorrente aveva richiesto, introducendo il procedimento di cui all'art. 445 bis c.p.c., il riconoscimento del requisito sanitario utile a conseguire l'assegno mensile di invalidità civile e che andavano condivise le conclusioni del consulente tecnico d'ufficio sulla sussistenza di un grado di invalidità pari all' 84 per cento.

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