Alzheimer in RSA: la retta è tutta a carico del Servizio Sanitario Nazionale – Stop alle richieste di pagamento alle famiglie!
Per i pazienti affetti da Alzheimer in fase avanzata, la retta della Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) è interamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Lo ha ribadito con forza il Tribunale di Pordenone con la sentenza n. 503 del 25 settembre 2025, seguendo il costante orientamento della Corte di Cassazione (in particolare le sentenze n. 34590/2023 e n. 4558/2012). La giurisprudenza riconosce che, in presenza di patologie neurodegenerative gravi, sussiste un’“inscindibilità” tra assistenza e cura medica: attività come aiutare a mangiare, lavarsi o muoversi non sono servizi “alberghieri”, ma prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria, rientranti nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Di conseguenza, qualsiasi richiesta di pagamento rivolta ai familiari è illegittima, i contratti che impongono quote a carico dei parenti sono nulli, e l’azione di rivalsa da parte dei Comuni è inammissibile. L’onere economico ricade integralmente sul SSN, in applicazione della legge n. 833 del 1978 e nel rispetto dei diritti costituzionali e internazionali alla salute e alla non discriminazione.

