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Infortunio di lavoro in danno di terzo

In caso d’infortunio mortale occorso a un lavoratore entrato per ragioni meramente personali all’interno di un’azienda diversa dalla propria, ma facente capo al medesimo amministratore della propria, risponde di omicidio colposo in danno di un terzo il predetto amministratore, qualora l’infortunio sia stato determinato dalla omessa adozione delle necessarie misure antinfortunistiche.

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La definizione dell’obbligo datoriale di tutelare le condizioni di lavoro dinanzi a condotte di mobbing e di straining in una recente sentenza della Cassazione (approfondimento di Esther Bajeux, Legalilavoro Firenze)

Secondo la Corte, anche ove non sia configurabile una condotta di "mobbing" (per l'insussistenza di un intento persecutorio idoneo ad unificare la pluralità continuata di comportamenti pregiudizievoli) è comunque ravvisabile la violazione dell'art. 2087 c.c. qualora il datore di lavoro tolleri, anche soltanto colposamente, la permanenza di un ambiente stressogeno fonte di danno alla salute dei lavoratori. In altri termini, ove ponga in essere comportamenti, anche in sé non illegittimi, ma tali da poter indurre disagio o stress, che si manifestino isolatamente o si connettano ad altri comportamenti inadempienti, contribuendo ad inasprire gli effetti e la gravità del pregiudizio per la personalità e la salute latamente intesi.

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Caregiver: legittimo l’esonero dal lavoro notturno

La Corte di Cassazione non ha condiviso ( a ragione riteniamo) questa interpretazione della norma; anzi ha sottolineato come l’articolo 3 della legge 104/1992 definisce sia la condizione di handicap (comma 1) che quella di handicap grave (comma 3), e che chiunque presenti le menomazioni descritte nel comma 1 è già considerato in condizione di disabilità.

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Audio e video entrano nelle cause civili

Video e audio entrano nel processo civile dalla porta principale. Nelle nuove specifiche tecniche per il processo telematico civile e penale ci sono anche i file come mp4 e mp3 fra i documenti informatici che le parti possono allegare agli atti: la bozza del provvedimento del ministero della Giustizia, a cura del dipartimento per la transizione digitale di via Arenula, resterà in consultazione pubblica ancora qualche giorno prima di entrare in vigore. Si colma, insomma, una lacuna che nemmeno la riforma Cartabia aveva superato del tutto.

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