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In pensione a 64 anni, con 25 anni di contributi: la novità in Legge di bilancio 2025

In pensione a 64 anni, con 25 anni di contributi: la novità in Legge di bilancio 2025

Dal 2025 sarà introdotto un nuovo requisito per il pensionamento anticipato, riservato esclusivamente alle pensioni con sistema interamente contributivo, che riguarda coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995. Questa misura consente di andare in pensione a partire dai 64 anni di età, purché si abbiano almeno 25 anni di contributi.

La novità nasce da un emendamento alla Legge di Bilancio 2025, recentemente approvato dalla Commissione Bilancio della Camera, che introduce una maggiore flessibilità nelle modalità di accesso alla pensione.

A partire dal prossimo anno, i lavoratori con un regime interamente contributivo potranno ritirarsi dal mondo del lavoro a 64 anni, utilizzando anche i proventi della previdenza integrativa. Questa opzione servirà per raggiungere un assegno pensionistico complessivo pari ad almeno tre volte l’importo dell’assegno sociale.

Tuttavia, l’introduzione di questa possibilità sarà accompagnata da un incremento dei requisiti contributivi. Dal 2025 saranno necessari almeno 25 anni di contribuzione, soglia che salirà a 30 anni nel 2030. Sarà comunque previsto il cumulo di contributi previdenziali con quelli dei fondi complementari per raggiungere l’importo minimo richiesto:

  • Pensione a 64 anni: il succo dell’emendamento
  • Cosa cambia nel 2025 con la pensione a 64 anni

L’emendamento approvato dalla Commissione Bilancio della Camera, promosso dalla Lega e sottoscritto dalla deputata Tiziana Nisini, introduce nella Legge di bilancio 2025 una norma che consente ai lavoratori interamente contributivi, ossia coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995, di accedere al pensionamento anticipato a partire dai 64 anni di età, avvalendosi della previdenza complementare.

La rendita derivante dalla pensione integrativa potrà essere utilizzata per raggiungere un importo pari a tre volte l’assegno sociale, purché i lavoratori abbiano maturato almeno 25 anni di contributi dal 2025 e 30 anni a partire dal 2030. Inoltre, l’emendamento riserva agevolazioni specifiche per le lavoratrici con figli.

Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ha evidenziato che questa riforma introduce per la prima volta l’opportunità di combinare la previdenza obbligatoria con quella complementare, consentendo un’uscita anticipata dal mondo del lavoro.

L’emendamento include inoltre agevolazioni specifiche per le lavoratrici con figli. Dal 2026, la Lega propone di ampliare questa misura anche ai lavoratori con un regime misto, ovvero coloro che hanno iniziato la carriera previdenziale prima del 1996. Tale estensione potrebbe interessare circa 80.000 persone, con un impatto economico stimato superiore al miliardo di euro.

In sintesi, le regole cambiano per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995, ovvero per i lavoratori inclusi nel sistema interamente contributivo. Chi avrà raggiunto i 64 anni di età, accumulato 25 anni di contributi previdenziali (5 anni in più rispetto ai classici 20 richiesti) e maturato un trattamento pensionistico pari ad almeno tre volte l’assegno sociale (534,41 euro mensili), potrà accedere alla pensione anticipata.

Sarà inoltre possibile integrare il requisito economico utilizzando la previdenza integrativa complementare, in modo da raggiungere la soglia minima prevista di tre volte l’assegno sociale. In pratica, si potranno sommare i contributi versati nel sistema di previdenza obbligatorio con quelli dei fondi pensione complementari.

A partire dal 2030, il requisito minimo di anni di contributi salirà a 30 (10 in più rispetto agli attuali 20).

È possibile consultare l’iter del disegno di legge direttamente sul sito della Camera dei deputati.

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