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Detrazione per figlio maggiorenne: spetta ancora al 100% al genitore affidatario senza bisogno di nuovo accordo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 15224 del 7 giugno 2025, ha stabilito che la detrazione fiscale per i figli a carico spetta nella stessa misura anche dopo il compimento della maggiore età, senza che sia necessario un nuovo accordo tra i genitori. In particolare, se durante la minore età un genitore affidatario fruiva del 100% della detrazione, può continuare a farlo anche per il figlio maggiorenne, purché questi resti a carico fiscalmente. La decisione ribadisce il principio già espresso dall’Agenzia delle Entrate con la Circolare n. 15/E del 2007.

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Multe dimenticate? Ora puoi sanarle con la Rottamazione 5

Hai ricevuto una multa anni fa e non l’hai mai pagata? Oggi potresti avere l’opportunità di chiudere quel debito senza interessi, sanzioni o spese aggiuntive, grazie alla Rottamazione 5. Questa misura ti permette di regolarizzare multe stradali e altri debiti verso lo Stato — anche quelli risalenti fino a 9 anni fa — pagando solo la somma originaria, in un’unica soluzione o in comode rate. Scopri come funziona, chi può aderire e cosa fare per non perdere questa occasione. ➡️ Continua a leggere su Studio Argari

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Rottamazione 2025: una sanatoria solo per i “debitori buoni”

La nuova rottamazione fiscale in arrivo con la manovra 2025 non è una vera “pace fiscale”, ma una sanatoria mirata esclusivamente ai cosiddetti “debitori buoni”: chi ha presentato correttamente la dichiarazione dei redditi o l’IVA, ma non è riuscito a pagare o ha commesso errori nei versamenti. Sono invece esclusi evasori, destinatari di avvisi di accertamento, e chi ha debiti legati a multe o tributi locali come Imu o Tari. Il provvedimento, limitato da vincoli di bilancio (solo 3 miliardi in tre anni), introduce rateizzazioni fino a nove anni, elimina la maxi rata iniziale e prevede una rata minima di 50 euro. Tuttavia, con oltre 1.200 miliardi di debiti fiscali accumulati e il fallimento delle sanatorie passate — dove il 58% degli incassi attesi non è mai arrivato — questa misura appare più come un’operazione di cassa che come una soluzione strutturale al problema del debito.

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La riforma del recupero crediti: quando l’avvocato sostituisce il giudice.

La riforma del recupero crediti introdotta dal DDL 978 prevede che l’avvocato del creditore, e non più il giudice, possa emettere un’intimazione ad adempiere che, se non contestata entro 40 giorni, diventa titolo esecutivo. Questo elimina il controllo preventivo del magistrato previsto oggi dal procedimento monitorio (decreto ingiuntivo), con l’obiettivo di accelerare le procedure, ma solleva forti preoccupazioni sul diritto di difesa dei debitori, soprattutto dei consumatori. Parallelamente, un altro disegno di legge delega interviene sull’esecuzione forzata, introducendo aggiustamenti tecnici per renderla più efficiente: tra le novità, la vendita privata dell’immobile pignorato da parte del debitore (con garanzie), l’abolizione della formula esecutiva, l’anticipazione della nomina del custode, e l’estensione delle norme antiriciclaggio alle vendite esecutive. Si tratta di una riforma più tecnica e meno rivoluzionaria rispetto a quella del DDL 978, ma comunque significativa per la pratica forense. In sintesi: da un lato si semplifica drasticamente l’accesso all’esecuzione forzata; dall’altro si cerca di ottimizzarne lo svolgimento, con attenzione a equilibrio, trasparenza e tempi.

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Cartella esattoriale mai ricevuta?

Hai mai ricevuto un pignoramento o un fermo auto senza aver mai visto la cartella esattoriale? Potresti non dover pagare. Secondo la Cassazione, la mancata notifica della cartella rende nulla l’intera procedura di riscossione — anche dopo 20 anni. Ma attenzione: impugnare la cartella sanerebbe il vizio. La difesa corretta parte dal primo atto successivo (intimazione, pignoramento, ecc.), contestando la mancata notifica. Spetta all’esattore dimostrare, con la relata o l’avviso di ricevimento, che la cartella è stata consegnata. Senza questa prova, il debito non è esigibile.

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Pace fiscale, stop alla condanna per evasione: la Cassazione applica la riforma Cartabia

Con una storica sentenza del 1° ottobre 2025 (n. 32525), la Corte di Cassazione ha stabilito che chi estingue integralmente il proprio debito con il Fisco attraverso la pace fiscale può ottenere l’annullamento della condanna penale per evasione. La decisione si basa sull’interazione tra la riforma Cartabia (Dlgs 150/2022), che ha introdotto la valutazione della condotta successiva al reato ai fini della non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), e la riforma tributaria (Dlgs 87/2024), che esplicita come l’adempimento completo di un piano di rateizzazione debba essere considerato nel giudizio di non punibilità. La Cassazione ha annullato con rinvio la condanna di due amministratori di una srl, ribadendo che, pur non cancellando automaticamente il reato, l’estinzione del debito deve essere obbligatoriamente valorizzata in un giudizio complessivo sulla punibilità.

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Equitalia: cartelle esattoriali tutte nulle. La sentenza più importante

Con una sentenza che farà tremare il fisco italiano e la tenuta dei conti pubblici, la CTP di Campobasso è la prima Corte a dichiarare la nullità delle cartelle esattoriali notificate da Equitalia perché emesse a seguito di un atto dell’Agenzia delle Entrate firmato da uno dei “falsi dirigenti” (quelli, cioè, decaduti a seguito della sentenza della Corte Costituzionale di marzo scorso). La novità di questa pronuncia è che – confermando quanto avevamo anticipato in tutti questi anni sul nostro giornale e, da ultimo, in “Cartella Equitalia nulla per l’accertamento firmato dal dirigente decaduto” – ad essere annullato non è più (solo) l’accertamento fiscale in sé, ma il successivo atto di Equitalia, la famigerata cartella, notificata quando ormai sono scaduti i termini per impugnare il primo.

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Tassazione delle plusvalenze infraquinquennali

È quindi chiaro che, in queste circostanze, il legislatore tributario considera una situazione di fatto, ovvero la residenza abituale in un certo immobile. Poiché l’obiettivo del legislatore è di natura anti-speculativa, non sembra coerente con la logica della legge escludere dalla tassazione basandosi solo sulla “classificazione catastale”, senza permettere al contribuente di dimostrare l’effettivo utilizzo dell’immobile come abitazione principale, come indicato precedentemente.

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Le false partite IVA (Due sentenze emblematiche)

I contratti di agenzia molto usati nei concessionari, sono previsti dalla legge ma molto abusati. Lavoro autonomo utile spesso solo per risparmiare sui costi: niente contratti e libertà di licenziare senza articolo 18 (o quel che ne resta o indennizzi). Per certi versi, è simile a quanto avviene ai rider del cibo a domicilio: le piattaforme non li assumono, li pagano a consegna, eppure stilano la classifica dei più bravi e meno bravi, così da favorire i primi e penalizzare i secondi.

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Mutui: Anche agli interessi di mora si applica la disciplina anti-usura.

Il Collegio riconosce che entrambe le tesi riconducono a "una tutela del soggetto finanziato, sia pure attraverso percorsi argomentativi diversi" e che il tenore letterale nonché i diversi argomenti sono da considerarsi pressoché di pari valenza quanto a persuasività e (non) definitività. Tuttavia, si afferma, per garantire una più ampia tutela al debitore, il concetto di interesse usurario e la relativa disciplina repressiva non possono dirsi estranei all'interesse moratorio. Infatti, si legge in sentenza, non può condividersi l'assunto dei fautori della tesi restrittiva, secondo cui in caso di pattuizione di interessi usurari, la tutela da garantire al debitore è quella ex art. 1384 c.c., ossia la riduzione della penale ad equità, poiché l'applicazione di tale rimedio genererebbe difformità a livello nazionale e porterebbe al mero abbattimento dell'interesse pattuito al tasso soglia, pur integrato con quello rilevato quanto agli interessi moratori, e non al minor tasso degli interessi corrispettivi.

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