Nel 2024 l’agevolazione scenderà al 70% del costo dei lavori, sia per chi inizia nuovi lavori che per chi li ha iniziati quest’anno con il 90%. Non ci sarà possibilità di cessione del credito, se non nei casi in cui la delibera condominiale e la Cila (comunicazione inizio lavori) risalgono a prima del 17 febbraio 2023. Nel 2025, poi, l’aliquota scenderà ancora al 65%, e sarà l’ultimo anno in cui l’agevolazione sarà attiva.
Il superbonus 110% resterà attivo solo per alcune categorie, considerando che il ministro dell’Economia Giorgetti ha assicurato che nella manovra non ci saranno interventi sul tema né per i condomini né per le villette. Potranno continuare a usare l’agevolazione al 110% le zone colpite da terremoti nel Centro Italia – a cui potrebbe aggiungersi anche la zona dei Campi Flegrei, ma al momento non è certo.
Sismabonus ed Ecobonus
Nel 2024 resterà valido il cosiddetto Sismabonus, che si applica ai lavori di messa in sicurezza degli edifici nelle zone sismiche. Questo compensa il 50% della spesa, fino a un massimo di 96mila euro (quindi il rimborso massimo è il 48mila euro) per ogni unità immobiliare. Va ricordato che le unità immobiliari sono anche gli appartamenti, quindi in un condominio ci sono diverse unità. La percentuale può arrivare fino all’80% se grazie ai lavori si scenda di una o due classi di rischio, che si esprimono in lettere e vanno dalla A (il rischio più basso) alla G.
Resta in vigore anche l’Ecobonus, che per buona parte degli interventi compensa il 65% delle spese, ma per alcune (come il cambio di infissi) solo il 50%. Invece per i lavori nelle parti comuni dei condomini ci sono numeri simili a quelle dal sismabonus: se migliora il grado di efficienza energetica dell’edificio, lo sconto sale al 70%. Il massimo di spesa è fissato a 40mila euro per quanto riguarda l’isolamento termico delle parti comuni dei condomini.