Se speravi in una tredicesima più “generosa” quest’anno, purtroppo dobbiamo darti una notizia poco festosa: la tredicesima del 2025 sarà identica a quella del 2023 — pienamente tassata, senza detassazione e senza alcun bonus aggiuntivo.
Niente regali sotto l’albero (né in busta paga)
Nonostante le promesse fatte in campagna elettorale — soprattutto da Forza Italia — di una tredicesima “più leggera” grazie a una possibile esenzione dall’Irpef o a un’aliquota agevolata al 10%, nel Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles non c’è traccia di queste misure. Il governo ha deciso di rinunciare a qualsiasi intervento straordinario sui salari natalizi.
Per chi lavora o per chi è in pensione, questo significa una sola cosa: la gratifica di dicembre arriverà soggetta a Irpef e contributi previdenziali (9,19%), esattamente come negli anni passati. Nessun extra, nessun sollievo fiscale.
Perché non si fa la detassazione?
Le simulazioni parlavano chiaro: una tredicesima detassata avrebbe potuto portare da 270 a 1.200 euro in più netti, a seconda del reddito. Ma il costo stimato per lo Stato era di circa 15 miliardi di euro — una cifra troppo alta per una manovra già stretta, con risorse concentrate su Irpef, sanità e sostegno alle famiglie.
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha preferito mantenere i conti pubblici sotto controllo, evitando misure “spot” non finanziate. Una scelta che rassicura Bruxelles e i mercati, ma lascia molti cittadini con l’amaro in bocca.
E il bonus da 100 euro?
Anche quello introdotto nel 2024 per i redditi medio-bassi non verrà rinnovato. Quindi, oltre alla mancata detassazione, sparisce anche quel piccolo aiuto extra che aveva alleggerito le spese di alcuni nuclei familiari lo scorso anno.
Quanto porterà davvero a casa chi lavora?
A rendere ancora più “magro” l’importo netto della tredicesima è un dettaglio spesso trascurato: le detrazioni per lavoro dipendente e carichi familiari non si applicano sulla tredicesima, perché sono già state usate nei mesi precedenti.
Facciamo un esempio concreto:
Un lavoratore con uno stipendio mensile lordo di 1.700 euro riceverà una tredicesima netta di circa 1.400 euro — identica a quella del Natale 2023.
C’è ancora speranza?
Tecnicamente, sì. In Parlamento potrebbero arrivare emendamenti durante l’esame della Legge di Bilancio, magari legati al capitolo sull’“adeguamento salariale”. Ma al momento non sono previste modifiche dirette alla tassazione della tredicesima.
Antonio Tajani, vicepremier e leader di Forza Italia, ha definito la detassazione “solo rimandata” e promette di riproporla nel 2026. Intanto, però, per milioni di italiani il Natale 2025 arriverà con un mese d’anticipo… e con la stessa busta paga di sempre.
In sintesi:
- La tredicesima 2025 sarà pienamente tassata.
- Nessun bonus, né detassazione parziale o totale.
- L’importo netto sarà uguale a quello del 2023.
- Il governo ha scelto la prudenza fiscale, rinunciando a misure popolari ma costose.
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