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Licenziamento legittimo se sostituito dall’intelligenza artificiale? Ecco cosa dice la giurisprudenza.

Licenziamento legittimo se sostituito dall’intelligenza artificiale? Ecco cosa dice la giurisprudenza.

La cornice normativa: L. 604/1966 e il “giustificato motivo oggettivo”

Il caso concreto: una graphic designer licenziata per far posto all’IA

L’IA come strumento legittimo di riorganizzazione, non come scusa

E la Cassazione cosa dice?

Sebbene la Corte di Cassazione non si sia ancora espressa in modo specifico sui licenziamenti determinati dalla sostituzione con l’intelligenza artificiale, ha tuttavia chiarito in diverse occasioni i principi cardine del licenziamento per giustificato motivo oggettivo. Questi principi includono l’onere probatorio a carico del datore di lavoro, come stabilito dalla sentenza n. 11768/2023, la necessità di dimostrare un nesso causale diretto tra la crisi aziendale e la soppressione della mansione, definita con la sentenza n. 22891/2022, e l’obbligo per il datore di adempiere concretamente al cosiddetto “repêchage”, ossia il tentativo effettivo e non meramente formale di ricollocare il lavoratore all’interno dell’organizzazione, ribadito nella sentenza n. 10264/2024. In tale contesto, la recente sentenza del Tribunale di Roma si allinea pienamente a questa impostazione, prefigurando un’evoluzione giurisprudenziale destinata a consolidarsi ulteriormente con l’integrazione sempre più strutturale dell’intelligenza artificiale nelle dinamiche aziendali

Tra innovazione e diritti, serve equilibrio

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