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Esonero contributivo per le assunzioni con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato di ex lavoratori dipendenti Alitalia e Alitalia Cityliner, effettuate dal 1° gennaio 2024 al 31 ottobre 2024.

rticolo 12, comma 6, del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 ottobre 2023, n. 136. Esonero contributivo per le assunzioni con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato di ex lavoratori dipendenti di Alitalia - Società aerea italiana S.p.a. e di Alitalia Cityliner S.p.a., effettuate dal 1° gennaio 2024 al 31 ottobre 2024. Prime indicazioni operative

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Messa a riposo da parte dell’agenzia di somministrazione di lavoratori impiegati in una medesima missione per diversi anni e condanna al ripristino del rapporto in capo all’utilizzatore

Le lavoratrici erano state in missione per quasi sette anni presso la medesima utilizzatrice, per svolgere mansioni di pulizia e di lavanderia. L'agenzia le collocava in riposo al termine del lungo contratto di somministrazione. Il Tribunale di Bologna imputa il rapporto di lavoro all'utilizzatore, con condanna al pagamento di dieci mensilità di retribuzione arretrate.

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Licenziamento Ritorsivo

La sentenza impugnata ha confermato la decisione di primo grado, quanto al difetto di' proporzionalità della sanzione espulsiva; ha affermato che " il licenziamento non è giustificato anche nel caso di carenza di proporzionalità e, quindi, non sussiste la giusta causa che lo determina. Non è quindi corretto l'assunto della difesa della reclamata secondo cui la mera sussistenza del fatto addebitato consente di escludere che vi sia un unico ed esclusivo motivo determinante il licenziamento costituito dall' intento ritorsivo. Diversamente basterebbe verificare la sussistenza di qualsiasi fatto, seppure di minimo rilievo disciplinare, per consentire al datore di licenziare il dipendente senza che l' intento di. rappresaglia rilevi" (pag. 17, ultimi due cpv.). Alla luce di tutte le considerazioni svolte, ha concluso che "l'unico motivo determinante il licenziamento è costituito dall' intento ritorsivo della società.

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INPS indennità di disoccupazione (NASpI) aspetta anche alle Colf e Badanti chi si dimettono.

Le lavoratrici non possono essere licenziate dall’inizio del periodo di gravidanza fino al termine dei periodi di interdizione dal lavoro previsti dal Capo III, nonché fino al compimento di un anno di età del bambino”. In caso di dimissioni volontarie presentate durante il periodo per cui è previsto, a norma dell`art. 54, il divieto di licenziamento, la lavoratrice ha diritto alle indennità previste da disposizioni di legge e contrattuali per il caso di licenziamento. La lavoratrice e il lavoratore che si dimettono nel predetto periodo non sono tenuti al preavviso”. n. 151/2001, riguardante la ricorrente, statuisce, per quel che rileva ai fini della presente causa: “1. 55 afferma espressamente il diritto della lavoratrice madre che abbia rassegnato le dimissioni volontarie a motivo della nascita o gravidanza alle: “indennità previste da disposizioni di legge […]

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Le modifiche alla disciplina penalistica in tema di caporalato e la nomina dello amministratore giudiziario

L'amministratore dispone anche di poteri attivi, in quanto: a) procede alla regolarizzazione dei lavoratori che, al momento dell'avvio del procedimento per i reati previsti dall'art. 603 bis, prestavano la propria attività in assenza di un regolare contratto e, b) al fine di impedire che le violazioni si ripetano, adotta adeguate misure anche in difformità da quelle proposte dall'imprenditore o dal gestore. E qui si innesta un profilo critico di non poco momento, in quanto rivela come l'intervento diretto a salvaguardare l'autonomia imprenditoriale finisca inevitabilmente per collidere con le esigenze di rispetto delle regole nell'organizzazione di un fattore produttivo decisivo nello svolgimento dell'attività.

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Decontribuzione lavoratrici madri 2024

In particolare, viene previsto che in aggiunta all’esonero parziale dei contributi previdenziali a carico lavoratori dipendenti, per i periodi di paga ricompresi tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2026 viene riconosciuto a favore delle lavoratrici madri di 3 o più figli e titolari di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, la possibilità di fruire di un esonero del 100% dei contributi a carico dipendente.

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Il Tribunale civile di Cassino Sez. Lavoro dichiara ammissibile l’impugnazione se riguardante la componente “contributiva” accertata dall’Ispettorato del Lavoro nel Verbale Unico amministrativo.

In particolare, si precisava che: L’atto di accertamento amministrativo relativo a contributi o premi non versati, è un provvedimento amministrativo a tutti gli effetti, che pertanto deve essere motivato in modo adeguato a consentire al destinatario dell’atto di ricostruire esattamente l’iter logico seguito dall’ente previdenziale al fine di garantirgli l’esercizio del proprio diritto di difesa, anche nella eventuale fase di immediata impugnazione dell’atto di cui all’art. 24, comma 3, d.lgs. n. 46 del 1999, essendo irrilevante – ai suddetti fini – che si tratti di una impugnativa facoltativa .

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Cassa integrazione 2024: le novità

Qualora si verifichino eventi aziendali strutturali, come ad esempio riorganizzazioni, crisi o contratti di solidarietà i datori di lavoro possono accedere alla CIGS, cioè la cassa integrazione straordinaria. Questa particolare integrazione spetta ai lavoratori dipendenti di diverse categorie di datori di lavoro che si trovano in difficoltà per motivi che non possono risolversi in un breve periodo e hanno alle proprie dipendenze un preciso numero di lavoratori nei 6 mesi precedenti la domanda. La durata massima della CIGS dipende dalle specifiche causali utilizzate ma in ogni caso non può superare i 24 mesi nell’arco di un quinquennio.

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l’indennità per ferie non godute va pagata anche in caso di dimissioni

I giudici di legittimità hanno chiarito che il divieto categorico di erogare compensi finanziari sostitutivi ha come obiettivo principale indennitàcontrastare possibili abusi, senza arrecare danno al dipendente non responsabile della situazione. In tal senso hanno, pertanto, sottolineato che non è possibile automaticamente associare alle dimissioni volontarie del lavoratore un valore di rinuncia all’indennità sostitutiva delle ferie. Difatti, le dimissioni, considerate come un atto volontario, sono equiparate dalla normativa (art. 5, co. 8, DL 6 luglio 2012 n. 95) alle altre modalità risolutorie del rapporto di lavoro, senza implicare una rinuncia automatica all’indennità sostitutiva delle ferie.

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L’infortunio sul lavoro e il c.d. “danno differenziale”

Il principio per cui il danno debba essere integralmente ripartito, costituisce un vero e proprio dogma (Cass. 6 maggio 2020, n. 8508; Cass. 29 ottobre 2019, n.27590), tale per cui il lavoratore, quale vittima dell’infortunio ha diritto di ricevere né più né meno di quanto necessario a reintegrare la sua situazione rispetto a quella che si sarebbe avuta ove l’infortunio non si fosse verificato (Cass. sez. un, 22 maggio 2018, n. 12564-12567).

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